Sì Viaggiare.
A chi non piace salire in macchina, in treno o su qualsiasi altro mezzo di trasporto e… viaggiare.
Si dice che viaggiando si impara, si conosce il mondo e la gente, si apre la mente a esperienze nuove e costruttive, si raccolgono pezzi di vita, da portare per sempre con sé e magari, da trasmettere agli altri.
Cosa serve per Viaggiare? Può bastare ben poco:
- un bagaglio, che ci permette di mantenere il nostro aspetto esteriore, indossando abiti e oggetti che, altro non sono che il nostro legame con il quotidiano, con la nostra casa;
- una meta, che può spaziare in base ai nostri interessi e forse maggiormente in base alle nostre possibilità economiche;
- una compagnia, con la quale condividere percorsi e riflessioni di viaggio, assaporare nuovi gusti e provare sensazioni che ci riportiamo indietro come bagaglio di vita.
Il viaggio che vi raccontiamo in questo blog non è un viaggio qualsiasi, di quelli in cui basta chiamare un paio di amici, comprare un biglietto per raggiungere la prima tappa per poi riservarsi di continuare l’itinerario in base a quello che ci va, in base al meteo o solo in base al budget che ci è rimasto!
Nel nostro viaggio tutto deve essere programmato a puntino, tutto calcolato nei minimi particolari, senza lasciare nulla al caso, altrimenti… meglio non mettere nemmeno un piede fuori di casa!
Ma perché mai progettare un viaggio in cui già alla partenza tutto sia meticolosamente pianificato a tavolino? Non sarà troppo noioso? Senza alcun margine di imprevisto, fantasia o sorpresa? Perché mettersi in macchina stabilendo la durata delle singole tappe, il percorso da seguire e perché no, le stazioni di servizio dove potersi fermare e quelle dove invece è meglio rinunciare al caffè o addirittura trattenere anche la pipì pur di non fare una sosta?
I nostri viaggi possono essere solo cosi e capirete molto presto il perché.
Sì Viaggiare.
A chi non piace salire in macchina, in treno o su qualsiasi altro mezzo di trasporto e… viaggiare.
Si dice che viaggiando si impara, si conosce il mondo e la gente, si apre la mente a esperienze nuove e costruttive, si raccolgono pezzi di vita, da portare per sempre con sé e magari, da trasmettere agli altri.
Cosa serve per Viaggiare? Può bastare ben poco:
- un bagaglio, che ci permette di mantenere il nostro aspetto esteriore, indossando abiti e oggetti che, altro non sono che il nostro legame con il quotidiano, con la nostra casa;
- una meta, che può spaziare in base ai nostri interessi e forse maggiormente in base alle nostre possibilità economiche;
- una compagnia, con la quale condividere percorsi e riflessioni di viaggio, assaporare nuovi gusti e provare sensazioni che ci riportiamo indietro come bagaglio di vita.
Il viaggio che vi raccontiamo in questo blog non è un viaggio qualsiasi, di quelli in cui basta chiamare un paio di amici, comprare un biglietto per raggiungere la prima tappa per poi riservarsi di continuare l’itinerario in base a quello che ci va, in base al meteo o solo in base al budget che ci è rimasto!
Nel nostro viaggio tutto deve essere programmato a puntino, tutto calcolato nei minimi particolari, senza lasciare nulla al caso, altrimenti… meglio non mettere nemmeno un piede fuori di casa!
Ma perché mai progettare un viaggio in cui già alla partenza tutto sia meticolosamente pianificato a tavolino? Non sarà troppo noioso? Senza alcun margine di imprevisto, fantasia o sorpresa? Perché mettersi in macchina stabilendo la durata delle singole tappe, il percorso da seguire e perché no, le stazioni di servizio dove potersi fermare e quelle dove invece è meglio rinunciare al caffè o addirittura trattenere anche la pipì pur di non fare una sosta?
I nostri viaggi possono essere solo cosi e capirete molto presto il perché.
Il nostro è un gruppo familiare: niente di strano, vero? È uno schema classico quello delle vacanze estive in famiglia, che generalmente risultano:
“Facili” da programmare fino a quando i figli sono minori, desiderosi di conoscere il mondo che esiste al di là della casa e della scuola che frequentano: basta promettergli una sosta al parco divertimenti, allo zoo o al parco acquatico, per ottenere la loro piena approvazione ed essere autorizzati anche a visitare, nel restante tempo, il più noioso dei musei! E allora diventa molto semplice scegliere la meta, il mezzo, il periodo, unicamente secondo i nostri desideri e le nostre aspirazioni, certi che sarà un successo.
“Possibili” da realizzare quando i figli diventano maggiorenni, annoiati ormai dalle esperienze di viaggio fatte in famiglia e convinti che con i diciotto anni si raggiunge automaticamente la massima autonomia: bisogna allora accontentarsi della settimana ritagliata faticosamente tra una vacanza con le vecchie amiche di scuola e un viaggio premio, visto come diritto acquisito per aver portato a termine gli studi e superato la fatidica maturità!
“Assolutamente improponibili” quando tra i figli c’è quello che dipende dai genitori per tutte le sue funzioni, un figlio disabile! In questo caso, si passa oltre i desideri diversi di ognuno e si bada unicamente a questa condizione, dirottando la scelta nell’unica possibile direzione, laddove il viaggio risulti meno faticoso da affrontare e la permanenza fuori casa non determini conseguenze troppo traumatiche in tutti i componenti della famiglia.
Il nostro è un gruppo familiare: niente di strano, vero? È uno schema classico quello delle vacanze estive in famiglia, che generalmente risultano:
“Facili” da programmare fino a quando i figli sono minori, desiderosi di conoscere il mondo che esiste al di là della casa e della scuola che frequentano: basta promettergli una sosta al parco divertimenti, allo zoo o al parco acquatico, per ottenere la loro piena approvazione ed essere autorizzati anche a visitare, nel restante tempo, il più noioso dei musei! E allora diventa molto semplice scegliere la meta, il mezzo, il periodo, unicamente secondo i nostri desideri e le nostre aspirazioni, certi che comunque sarà un successo.
“Possibili” da realizzare quando i figli diventano maggiorenni, annoiati ormai dalle esperienze di viaggio fatte in famiglia e convinti che con i diciotto anni si raggiunge automaticamente la massima autonomia: bisogna allora accontentarsi della settimana ritagliata faticosamente tra una vacanza con le vecchie amiche di scuola e un viaggio premio, visto come diritto acquisito per aver portato a termine gli studi e superato la fatidica maturità!
“Assolutamente improponibili” quando tra i figli c’è quello che dipende completamente dai genitori per tutte le sue funzioni, un figlio disabile! In questo caso, si passa oltre i desideri diversi di ognuno e si bada unicamente a questa condizione, dirottando la scelta nell’unica possibile direzione, laddove il viaggio risulti meno faticoso da affrontare e la permanenza fuori casa non determini conseguenze troppo traumatiche in tutti i componenti della famiglia.