Al memoriale dell’11 settembre

Il carnet del turista a New York prevede una scelta tra i più famosi ed importanti musei della città, tra cui, da qualche anno, è presente anche Ground Zero ed il Memoriale delle Torri Gemelle, ovvero un museo contenente l’esposizione di oggetti e testimonianze reali delle vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001. Ma sarà il caso di visitarlo con Lorenza? Si tratta di una suggestiva raccolta di quanto è rimasto dopo l’attacco aereo alle Torri Gemelle, in cui, tra rottami di automezzi dei soccorritori e immagini scattate nei momenti drammatici successivi al crollo, si mescolano sentimenti di angoscia e commozione e le emozioni forti scuotono anche l’animo più freddo. L’impiego di una sofisticata tecnologia fa vivere, quasi fossimo al centro della scena, i tragici momenti del disastro, assistendo in diretta al feroce attacco aereo che nell’arco di pochi minuti ha sbriciolato i due grattacieli, popolati da migliaia di uomini, donne e bambini innocenti; altoparlanti nelle sale trasmettono voci registrate di chi ha assistito al dramma, cariche di panico ed amara incredulità, mentre gli occhi dei visitatori si soffermano sugli oggetti arrugginiti e rotti, ritrovati negli uffici dei due grattacieli o addirittura sui vestiti esposti nelle vetrine dei negozi adiacenti al World Trade Center, ancora coperti di polvere e sassi. All’esterno del museo, lo spazio prima occupato dalle due torri è stato trasformato in due enormi vasche gemelle che ricoprono la medesima superficie, sui bordi delle quali scorre un flusso costante di acqua, che, senza interruzione, scalfisce la pietra della vasca, come il dolore per il ricordo delle vittime scalfisce ogni visitatore. Il perimetro delle vasche è delimitato da smisurate lastre di bronzo, sulle quali sono iscritti, con gelida precisione, i nomi di ognuna delle vittime del disastro, una ad una; unico elemento che interrompe la tragica sequenza di nomi è una piccola rosa bianca, costantemente sostituita, un delicato ricordo che contrasta con la nera pietra funesta.

La presenza di Lorenza in questo contesto potrebbe rappresentare un elemento “spurio” e forse distrarre noi stessi dalle emozioni e dal raccoglimento, indispensabile per la visita di un luogo simile, ma invece, una volta arrivati sul posto, rimaniamo come sempre stupiti, vedendo come anche lei possa affrontare in modo inaspettato ogni situazione, come se riuscisse a percepire prima di noi le emozioni che aleggiano nell’aria.

Mentre ci avviciniamo rispettosi al parapetto delle vasche e leggiamo come una litania alcuni dei nomi delle vittime, infatti, Lorenza si piega un poco in avanti e accosta con dolcezza la sua guancia alla lastra di bronzo, rimanendo bloccata, quasi immersa in un afflato, per noi inspiegabile, che la immobilizza, come in un grande abbraccio alle vittime. La scena non passa inosservata al vigilante di turno che, minaccioso, si avvicina e chiede che Lorenza si mantenga distante dal parapetto, come prevedono le regole del posto. Basta però uno sguardo per rendersi conto della situazione e scatta anche in lui un tenero sorriso: non si può bloccare il sentimento di nessuno. E l’abbraccio di Lorenza diventa, per qualche istante, l’abbraccio universale in onore delle vittime del 9/11!