Un oceano di differenze

Tra una sessione di convegno e l’altra, decidiamo di prenderci una pausa di relax in famiglia andando a visitare l’acquario di Toronto, il “Ripley’s Aquarium“, dopo aver letto che è il quinto più importante di tutta l’America, in modo da far divertire anche le più piccole. Appena entrati, Lorenza pretende subito la sua sedia a rotelle, con la quale autonomamente sfreccia intrepida tra i passanti, procurando non pochi lividi ai piedi dei malcapitati visitatori che si trovano davanti – abbiamo scoperto che la sedia a rotelle è un ottimo sistema per consentirci di visitare addirittura un museo, sia pure con tempi limitati per la singola opera, e così ci alterniamo nello spingere la sedia lungo le sale, mentre Lorenza ha l’impressione di essere su di una divertente giostra! Invece Elena, l’altra ragazzina, preferisce seguirla a piedi, così da poter dare meglio un’occhiata in giro e di tanto in tanto provare addirittura a spingere la sedia a rotelle, scatenando il panico tra di noi nel vederle partire entrambe alla rincorsa, prevedendo già una rovinosa caduta tra i visitatori.

Abbiamo da poco iniziato il percorso, quando ci troviamo davanti uno spettacolo strabiliante: oltre alle piccole singole vasche dove nuotano specie diverse di pesci (tra le quali cattura la nostra attenzione una in particolare, il “Pesce Angelo” che, inspiegabilmente, sentiamo assai familiare), ci colpisce l’enorme tunnel che si apre davanti ai nostri occhi, che altro non è che una interminabile vasca trasparente che circonda ogni zona della nostra visuale, al centro della quale si può entrare, trasportati da un lento tapis roulant, per  vedere la pancia di un mordace squalo ed avere l’impressione di toccare ogni specie di pesce che, indisturbato, ci nuota sopra la testa! Intorno a noi nuotano pesci di dimensioni gigantesche, accanto a minuscoli e variopinti pesciolini: ma come è possibile che specie così feroci e dominanti non sovrastino e facciano del male ad un’altra che è invece indifesa e debole? È difficile da credere, ma tutto questo succede, grazie a ciò che si chiama convivenza. E così, come nell’acquario, anche nel mare questa infinita varietà di pesci, pur mantenendo la propria individualità e specificità, riesce a vivere armoniosamente dentro lo stesso habitat, quel mare sconfinato e profondo che li accoglie senza distinzioni.

Guardiamo affascinati i pesci pagliaccio fare acrobazie in acqua e tocchiamo con le mani le larghe razze, immerse nella vasca accessibile a grandi e piccini che mostrano lo stesso ingenuo piacere, smarrendo poi lo sguardo tra le fosforescenti meduse, come ipnotizzati. Il pensiero che ci pervade è che se tutto ciò è possibile ai pesci, dovrebbe riuscire anche a noi uomini: cercare di vivere pacificamente sotto lo stesso cielo, nonostante le differenze, esaltando e rispettando le diversità, che diventano allora semplicemente le caratteristiche di ognuno, tutte ugualmente importanti e tutte altrettanto preziose!