Pokémon GO vs Toilets GO

Un aspetto peculiare che da sempre caratterizza i nostri viaggi è la ricerca dei bagni pubblici.
Al pari dei cercatori di pokemon, che affinano la tecnica in maniera sempre più sofisticata (qui a Toronto pare ce ne siano alcuni molto rari!), noi siamo diventati veri cani da tartufo di bagni pubblici.
Infatti Lorenza, nei momenti meno opportuni, decide che è arrivato il momento di segnalare la sua necessità fisiologica e da quel momento scatta il countdown e l’allarme generale di priorità assoluta.

Chiaramente ogni nostra azione è scientificamente orientata a prevenire l’avviso di “riserva” e a convincere Lorenza che forse andare in bagno qualche minuto prima, utilizzando semmai un confortevole bagno attrezzato di un centro commerciale, piuttosto che una latrina sull’autostrada, sarebbe la migliore soluzione… ma non sempre Lorenza accetta il suggerimento!
Negli anni abbiamo frequentato i bagni più improbabili per un turista, perché regolarmente Lorenza non si accontenta di far pipì in normali bagni pubblici o addirittura nei bagni chimici; il bagno deve essere gradevole, pulito, possibilmente con musica di sottofondo, sistema per asciugatura mani ad aria (più è potente e più le piace!) e soprattutto senza voci esterne, che non siano quelle familiari.
Nelle grandi città i bagni dei centri commerciali generalmente sono al top e sono diffusi, nelle autostrade non c’è problema con gli autogrill, ma il vero problema si pone durante un’amena passeggiata sul lago oppure nella sperduta periferia…
Beh, all’estero abbiamo frequentato bagni di chiese (quelle anglicane sono molto accoglienti) ed addirittura, ricordo, il bagno del Tribunale di Gran Canaria o di una delle tante moschee di Istanbul.

Ieri avevamo tentato di visitare la Cattedrale di Toronto, era già tardo pomeriggio, ed in cuor nostro pensavamo di far andare Lorenza in bagno una volta tornati nel residence..ed invece no: l’avviso di “riserva” arriva puntuale, al che ci guardiamo in giro e non troviamo nulla, la chiesa è chiusa e non ci sono centri commerciali a vista d’occhio. Solo una porta con l’insegna “St. James Cathedral Centre”: a quel punto il babbo entra deciso spalancando la porta e si trova davanti un’accogliente reception, quindi, rivolgendosi timidamente al custode, chiede in inglese se è possibile utilizzare il bagno per una situazione di emergenza. La risposta arriva immediata, ma in italiano! Problema risolto, tutti dentro: missione compiuta.

Mentre Lorenza è in bagno (particolarmente gradito, visto che ci rimane dentro per circa mezz’ora), lui approfondisce la conoscenza con Peter, italiano di origine calabrese che ci racconta la sua storia di emigrante, vissuto durante l’infanzia e la giovinezza in Canada, che aveva deciso di ritornare in Italia per lavorare da imprenditore. Ma dopo anni di vessazioni e di infinita burocrazia, disperato, ha scelto di rientrare in Canada, con un’idea dell’Italia completamente cambiata. E’ stata una piacevolissima sosta, che ci ha risolto un’emergenza e nel contempo ci ha fatto scoprire la storia di un uomo, che custodiremo nel nostro bagaglio di “memorie di viaggio”. Grazie Peter della tua squisita accoglienza e buona vita in Canada!