Una casetta in Canada

Il nostro viaggio tra Canada e Stati Uniti è contraddistinto da brevi pernottamenti presso case private, reperite presso l’ormai famosissimo airbnb.

Questa catena di alloggi per vacanze, sperimentata la scorsa estate in occasione di una settimana a Copenhagen, ha rappresentato per noi una vera piacevole scoperta! Tuttavia, al momento di prenotare, avevamo molti timori e perplessità relativamente alla possibile adattabilità di Lorenza ad una casa nuova, di cui non conoscesse luoghi ed oggetti; ma soprattutto alla sua capacità di dormire in un letto non proprio, legata com’è ai suoi punti di riferimento temporali e logistici.

Così, di volta in volta, negli spostamenti che facciamo, cerchiamo di simulare il più possibile le condizioni ottimali per il suo addormentamento, dotandoci, per esempio, di un telo oscurante da apporre alle finestre, in modo da ridurre la quantità di luce che filtra nella stanza, così da salvaguare, se possibile, le sue scarse ore di sonno. Come se non bastasse tutto ciò, ci si mettono anche le case canadesi ed americane, (specialmente i grattacieli ad innumerevoli piani) ad accentuare queste nostre problematiche, dato che sono famose per essere notevolmente “fenestrate”! E così, il problema della luce mattutina diventa per Lorenza un vero nemico da fronteggiare… considerando anche che le immediate conseguenze di un risveglio alle prime luci dell’alba si riflettono poi su tutta la famiglia!

Nel nostro tour del Canada, oltre ad alloggi in moderni residence di circa una cinquantina di piani, dotati di velocissimi ascensori capaci di percorrere 20 piani nel tempo pari ad uno sbadiglio, lasciandoti come effetto immediato le orecchie tappate, ci siamo imbattuti in una tipica casa di campagna, nei dintorni di Québec City. La struttura della graziosa casetta, del tutto aderente al vecchio successo sanremese “Avevo una casetta piccolina in Canadà…….”, con facciata di colore azzurro, tetto a punta, scaletta di legno e giardino sul retro con tanto di barbecue, ci è apparsa subito molto differente dalla nostra!

Il primo timore che ci ha assalito è stato come bloccare l’accesso di Lorenza durante la notte alla scaletta che collega i due piani della casa, tanto affascinante per il suo cigolante legno usurato, quanto pericolosa per lei, che i gradini li affronta ancora con estrema insicurezza. Così, prima di andare a letto, abbiamo spostato sedie e tavolini, sistemandone uno al piano terra e uno in cima, in modo da poter sentire il rumore nel caso in cui lei avesse tentato la discesa.

Dopo l’oculata scelta sulla camera da assegnare a Lorenza, basata sui criteri del massimo silenzio e minimo livello di luce, la prima notte è trascorsa tranquillamente e senza risvegli notturni, nonostante Lorenza abbia dovuto dormire in un letto matrimoniale insieme alla sorella, cosa che solitamente non è abituata a fare. La piacevole sorpresa è stata scoprire che Lorenza, l’indomani, si era già adattata alla nuova sistemazione, tanto che, una volta infilatole il pigiama, si è subito diretta alla scaletta, riconoscendo ormai come sua la cameretta con il tetto spiovente che le avevamo assegnato!

Sarà proprio il caso di ricrederci sulla sua scarsa adattabilità alle novità e cominciare a pensare che siamo invece noi i soli incorreggibili abitudinari!